Biografia

Beatrice Cignitti
Beatrice Cignitti

Sono nata a Roma nel 1966.

Mio padre Maurizio, nato da una famiglia sublacense di umili origini, nella sua giovinezza si impegnò intensamente, studiando e superando grandi difficoltà è diventato poi uno scienziato, professore universitario, Direttore del Laboratorio di Chimica del Farmaco presso l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, e vice presidente della Commissione Farmacopea ufficiale.

E’ stato tra gli scienziati che per primi negli anni ’80 scoprirono il buco dell’ozono, e ha ricoperto ruoli istituzionali nelle commissioni per la normativa sanitaria e ambientale in sede di Comunità Europea, Nazioni Unite, Consiglio d’Europa e Nato. Da mio padre ho imparato il senso della sacralità dello studio e del lavoro, l’importanza di dare interamente sé stessi a ciò in cui si crede, il valore dell’umorismo e la silenziosa rettitudine della vita quotidiana.

Mia madre Grazia, di origini siciliane, ebbe un’infanzia caratterizzata dalla forte e autoritaria presenza di mio nonno Calogero, giovanissimo mutilato di guerra tra i “ragazzi del ’99”. Personalità spiccatamente artistica, mamma è sempre stata una figura luminosa e fondamentale per me. Attiva ed impegnata in ambiti creativi e di volontariato nella Caritas Diocesana, svolgeva in particolare attività teatrali, da lei stessa dirette per circa due decenni all’interno del carcere di Rebibbia, e ha creato un suo gruppo teatrale, la “Compagnia Instabile”.

Da entrambi i miei genitori ho appreso tantissimo, ed essi hanno sollecitato, dapprima nella mia infanzia, e poi sostenuto, durante la giovinezza ed oltre, la vocazione artistica che ricordo di aver sempre avvertita intensamente, da quando ho memoria.

Già piccolissima mi dicono che disegnavo, che gattonando andavo via via a rivestire di puntini, ipotetici pupazzetti e segni quei centimetri delle pareti di casa sopra ai battiscopa.

Un ricordo per me dolcissimo riguarda la maestra delle elementari, Elide Iacoboni, che all’età di 90 anni mi confidò di aver sempre conservato alcuni miei piccoli disegni raffiguranti figure femminili, che eseguivo da bambina. Lei – mi diceva – era sicura che sarei diventata una grande artista.

La decisione di intraprendere gli studi artistici venne rafforzata durante l’adolescenza dall’incontro con lo scultore umbro Giovanni Dragoni, un artista di rara sensibilità e purezza che ha dedicato tutta la sua vita all’espressione di un’arte sacra unica e potente. Giovanni abitava con la sua famiglia vicino a casa mia, nello stesso quartiere, e grazie ad amici comuni diventammo amici; egli, quando vide un mio piccolo “studio di vecchio”, eseguito a matita a 16 anni, si entusiasmò e insistette anche con i miei genitori affinchè mi iscrivessi all’Istituto d’Arte Sacra (oggi Liceo Artistico Enzo Rossi) di via del Frantoio, dove lui stesso insegnava decorazione plastica.

Gli anni del Liceo, e soprattutto successivamente quelli dell’Accademia di Belle Arti di Roma, furono un periodo fondamentale per mettere a fuoco il senso profondo del fare arte, per dare un carattere di scelta “definitiva”, più matura e consapevole alla vocazione artistica.

Ho frequentato il corso di pittura del maestro umbro il pittore Enzo Brunori, esperto e raffinato colorista.

Da lui, dalle sue lezioni ho ricevuto un’immensa eredità: ci insegnava a sperimentare il colore nel suo mistero di energia indomabile, nel suo legame con la Natura, da cui sempre partivamo per imparare l’unità inscindibile di forma e colore. Sotto la guida di Brunori, e dell’indimenticabile professore di storia dell’arte Guido Giuffré, fu lo studio di Cézanne, in particolare, che cambiò per sempre il mio approccio alla realtà visibile, il concetto di “spazio”, dove – come ha scritto Merleau Ponty – “..la prospettiva vissuta, quella della nostra percezione, non è la prospettiva geometrica, o fotografica”.

“Il genio di Cèzanne fa sì che le deformazioni prospettiche, in virtù dell’impianto complessivo del quadro cessino di essere visibili per se stesse, e contribuiscano soltanto, come fanno nella visione naturale, a dar l’impressione di un ordine nascente, d’un oggetto che sta comparendo, che sta coagulandosi sotto ai nostri occhi”. (Merleau Ponty “La doute de Cézanne” 1945 – traduzione italiana in “Senso e non senso” Milano 1962)

Studiavo Pittura e contemporaneamente disegnavo dal vero, su oggetti della natura e sui modelli della Scuola Libera del Nudo allora sita in piazza Mignanelli. Durante quegli anni iniziò anche l’amicizia con Enzo Rossi, che si può definire come il maestro di entrambe le mie guide principali Giovanni Dragoni ed Enzo Brunori. Egli era anche il fratello della pittrice Vittoria Lippi, compagna di Brunori. La lezione di Rossi è stata per me un ulteriore ed importante insegnamento.

Mi diplomai nel 1990 con una tesi su due nature morte del periodo costruttivo di Cézanne; in seguito ho trascorso un periodo di studio con l’Erasmus presso la Facultad De Bellas Artes a Tenerife.

Per circa 25 anni mi sono dedicata essenzialmente alla mia ricerca artistica, oltre ad aver avuto la gioia della nascita di mia figlia Agnese, nel 2001. Il disegno è diventato via via la punta di diamante del mio lavoro, quello in bianco e nero anzitutto, l’altro con le matite colorate un binario parallelo, ma più raro.

Ho esposto in mostre personali e collettive: tra le personali ricordo in particolare quella presso il Complesso del Vittoriano (Altare della Patria) a Roma nel 2000, nel 2001 presso la Galerie Theater di Wolfsburg (Germania) in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, nel 2010 presso la Galleria Andrè (Roma), nel 2016 alla Galleria Porta Latina (Roma), e nel 2023 presso la galleria monogramma (Roma).

Su segnalazione di Vittorio Sgarbi ho partecipato nel 2011 alla 54’ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Palazzo delle Esposizioni, Torino), e all’edizione 2016 di Spoleto Arte.

Nel 2017 ho sentito il desiderio di avvicinarmi all’insegnamento del Disegno: dopo tanti anni potevo iniziare ad offrire agli studenti la mia esperienza, e a condividere con loro una ricerca sempre in corso.

Dal 2017 al 2021 ho svolto attività didattica come docente nella Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.

Dal 2021 insegno Disegno all’Accademia di Belle Arti di Frosinone come docente di ruolo.

Biografia

Beatrice Cignitti
Beatrice Cignitti

Sono nata a Roma nel 1966.

Mio padre Maurizio, nato da una famiglia sublacense di umili origini, nella sua giovinezza si impegnò intensamente, studiando e superando grandi difficoltà è diventato poi uno scienziato, professore universitario, Direttore del Laboratorio di Chimica del Farmaco presso l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, e vice presidente della Commissione Farmacopea ufficiale.

E’ stato tra gli scienziati che per primi negli anni ’80 scoprirono il buco dell’ozono, e ha ricoperto ruoli istituzionali nelle commissioni per la normativa sanitaria e ambientale in sede di Comunità Europea, Nazioni Unite, Consiglio d’Europa e Nato. Da mio padre ho imparato il senso della sacralità dello studio e del lavoro, l’importanza di dare interamente sé stessi a ciò in cui si crede, il valore dell’umorismo e la silenziosa rettitudine della vita quotidiana.

Mia madre Grazia, di origini siciliane, ebbe un’infanzia caratterizzata dalla forte e autoritaria presenza di mio nonno Calogero, giovanissimo mutilato di guerra tra i “ragazzi del ’99”. Personalità spiccatamente artistica, mamma è sempre stata una figura luminosa e fondamentale per me. Attiva ed impegnata in ambiti creativi e di volontariato nella Caritas Diocesana, svolgeva in particolare attività teatrali, da lei stessa dirette per circa due decenni all’interno del carcere di Rebibbia, e ha creato un suo gruppo teatrale, la “Compagnia Instabile”.

Da entrambi i miei genitori ho appreso tantissimo, ed essi hanno sollecitato, dapprima nella mia infanzia, e poi sostenuto, durante la giovinezza ed oltre, la vocazione artistica che ricordo di aver sempre avvertita intensamente, da quando ho memoria.

Già piccolissima mi dicono che disegnavo, che gattonando andavo via via a rivestire di puntini, ipotetici pupazzetti e segni quei centimetri delle pareti di casa sopra ai battiscopa.

Un ricordo per me dolcissimo riguarda la maestra delle elementari, Elide Iacoboni, che all’età di 90 anni mi confidò di aver sempre conservato alcuni miei piccoli disegni raffiguranti figure femminili, che eseguivo da bambina. Lei – mi diceva – era sicura che sarei diventata una grande artista.

La decisione di intraprendere gli studi artistici venne rafforzata durante l’adolescenza dall’incontro con lo scultore umbro Giovanni Dragoni, un artista di rara sensibilità e purezza che ha dedicato tutta la sua vita all’espressione di un’arte sacra unica e potente. Giovanni abitava con la sua famiglia vicino a casa mia, nello stesso quartiere, e grazie ad amici comuni diventammo amici; egli, quando vide un mio piccolo “studio di vecchio”, eseguito a matita a 16 anni, si entusiasmò e insistette anche con i miei genitori affinchè mi iscrivessi all’Istituto d’Arte Sacra (oggi Liceo Artistico Enzo Rossi) di via del Frantoio, dove lui stesso insegnava decorazione plastica.

Gli anni del Liceo, e soprattutto successivamente quelli dell’Accademia di Belle Arti di Roma, furono un periodo fondamentale per mettere a fuoco il senso profondo del fare arte, per dare un carattere di scelta “definitiva”, più matura e consapevole alla vocazione artistica.

Ho frequentato il corso di pittura del maestro umbro il pittore Enzo Brunori, esperto e raffinato colorista.

Da lui, dalle sue lezioni ho ricevuto un’immensa eredità: ci insegnava a sperimentare il colore nel suo mistero di energia indomabile, nel suo legame con la Natura, da cui sempre partivamo per imparare l’unità inscindibile di forma e colore. Sotto la guida di Brunori, e dell’indimenticabile professore di storia dell’arte Guido Giuffré, fu lo studio di Cézanne, in particolare, che cambiò per sempre il mio approccio alla realtà visibile, il concetto di “spazio”, dove – come ha scritto Merleau Ponty – “..la prospettiva vissuta, quella della nostra percezione, non è la prospettiva geometrica, o fotografica”.

“Il genio di Cèzanne fa sì che le deformazioni prospettiche, in virtù dell’impianto complessivo del quadro cessino di essere visibili per se stesse, e contribuiscano soltanto, come fanno nella visione naturale, a dar l’impressione di un ordine nascente, d’un oggetto che sta comparendo, che sta coagulandosi sotto ai nostri occhi”. (Merleau Ponty “La doute de Cézanne” 1945 – traduzione italiana in “Senso e non senso” Milano 1962)

Studiavo Pittura e contemporaneamente disegnavo dal vero, su oggetti della natura e sui modelli della Scuola Libera del Nudo allora sita in piazza Mignanelli. Durante quegli anni iniziò anche l’amicizia con Enzo Rossi, che si può definire come il maestro di entrambe le mie guide principali Giovanni Dragoni ed Enzo Brunori. Egli era anche il fratello della pittrice Vittoria Lippi, compagna di Brunori. La lezione di Rossi è stata per me un ulteriore ed importante insegnamento.

Mi diplomai nel 1990 con una tesi su due nature morte del periodo costruttivo di Cézanne; in seguito ho trascorso un periodo di studio con l’Erasmus presso la Facultad De Bellas Artes a Tenerife.

Per circa 25 anni mi sono dedicata essenzialmente alla mia ricerca artistica, oltre ad aver avuto la gioia della nascita di mia figlia Agnese, nel 2001. Il disegno è diventato via via la punta di diamante del mio lavoro, quello in bianco e nero anzitutto, l’altro con le matite colorate un binario parallelo, ma più raro.

Ho esposto in mostre personali e collettive: tra le personali ricordo in particolare quella presso il Complesso del Vittoriano (Altare della Patria) a Roma nel 2000, nel 2001 presso la Galerie Theater di Wolfsburg (Germania) in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, nel 2010 presso la Galleria Andrè (Roma), nel 2016 alla Galleria Porta Latina (Roma), e nel 2023 presso la galleria monogramma (Roma).

Su segnalazione di Vittorio Sgarbi ho partecipato nel 2011 alla 54’ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Palazzo delle Esposizioni, Torino), e all’edizione 2016 di Spoleto Arte.

Nel 2017 ho sentito il desiderio di avvicinarmi all’insegnamento del Disegno: dopo tanti anni potevo iniziare ad offrire agli studenti la mia esperienza, e a condividere con loro una ricerca sempre in corso.

Dal 2017 al 2021 ho svolto attività didattica come docente nella Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.

Dal 2021 insegno Disegno all’Accademia di Belle Arti di Frosinone come docente di ruolo.