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Lorenzo Canova







  • Nei suoi fogli saturi di grafite, dalla meditata complessità di tratteggio, imprigionati tra intangibili pareti d’ombra gli oggetti assumono una presenza diversa, una nuova centralità, misteriosamente slegati dalla percezione consueta delle cose. I rami dei pothos e dei ciclamini si allungano e s’intersecano definendo angolazioni inquietanti e geometrie straniate, sottili fili di luce baluginano dagli oggetti come bagliori lontani che attraversano la notte.
    Nelle matite colorate di Beatrice Cignitti si compie una felice unione tra disegno e pittura, realizzata grazie alle matite colorate, con cui l’artista può fondere la ricchezza cromatica alla saldezza del tratto <...>. Il nero risplende con riverberi di pietre preziose, un cromatismo vivo s’infittisce tra le ombre rendendo più penetrante la definizione degli oggetti, che prendono possesso dello spazio con una rinnovata stereometria. Similmente alla fase dell’opus alchemico dove i colori della coda del pavone sacro a Giunone annunciano la fine dell’oscurità, della nigredo, il colore, come risorto dopo la discesa agli inferi, si fa strada tra le tenebre, con bagliori di alba boreale e annuncia una luce trasfigurata da una nuova intensità.


Maria Teresa Benedetti
Lorenzo Canova
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