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Danilo Maestosi







  • Bianco e nero. Come nei film e nelle foto che oggi fan quasi archeologia. E’così che Beatrice Cignitti, giovane artista romana preferisce raffigurare il mondo che la circonda isolandone in bianco e nero le forme. Ed è così che ha deciso di ripresentarsi nella mostra che fino al 31 gennaio tiene cartello nella Galleria Andrè di via Giulia 175. Una fede incrollabile nel primato del disegno, come strumento per afferrare il visibile e l’invisibile. E un gusto controcorrente di imporre il silenzio del segno, la chiave ambigua del chiaroscuro, inseguire i capricci della luce, ritagliando lo spazio con la matita. L’effetto delle opere incluse in questa personale, presentata in catalogo da uno smagliante saggio di Maria Teresa Benedetti è sorprendente. Conchiglie, vasi, bicchieri, piccole ciotole, fiori e foglie secche: un campionario di nature morte in posa su drappi bianchi che con tratto sicuro l’autrice increspa in un moto ondoso secco e incalzante. Cimeli che la magia del bianco e nero, nitido e terso come un gioco di specchi, trasforma in misteriosi miraggi, carichi di intensità, perchè la visione prende vita da un singolare accumulo di realtà e irrealta: gli oggetti ci appaiono fermi, congelati in un tempo fuori del tempo ma sembrano vibrare sotto la superficie un respiro d’altrove a volte intimo come una confessione sottovoce a volte persino minaccioso e inquietante come una profezia.

Maria Teresa Benedetti
Lorenzo Canova
Marco Di Capua
Enrico Gallian
Guido Giuffré
Danilo Maestosi
Arnaldo Romani Brizzi
Gabriele Simongini
Cesare Vivaldi
Marianne Winter